venerdì 15 settembre 2017

La scuola può e deve educare alla consapevolezza del mondo e sulle responsabilità che ne derivano. A questo scopo il bisogno di conoscenze degli studenti non si soddisfa con il semplice accumulo di tante informazioni in vari campi, ma solo con il pieno dominio dei singoli ambiti disciplinari e,    contemporaneamente, con l’elaborazione delle loro molteplici connessioni. È  decisiva una nuova alleanza fra scienza, storia, discipline umanistiche, arti e tecnologia, in grado di delineare la prospettiva di un nuovo umanesimo. 

Lo Stato stabilisce le norme generali cui devono attenersi tutte le scuole, siano esse statali o paritarie. Tali norme comprendono: 
- la fissazione degli obiettivi generali del processo formativo e degli obiettivi specifici di apprendimento relativi alle competenze degli studenti;    
- le discipline di insegnamento e gli orari obbligatori;    
- gli standard relativi alla qualità  del servizio;    
- i  sistemi di valutazione e controllo del servizio stesso.
 
Con  le Indicazioni nazionali  s’intendono fissare gli obiettivi generali, gli obiettivi di apprendimento e i relativi traguardi per lo sviluppo delle competenze dei bambini e ragazzi per ciascuna disciplina o campo di esperienza. 
Da alcuni anni le competenze sono entrate a far parte del nostro sistema di istruzione e formazione.
Non si tratta di una “sorpresa”. L’introduzione è stata lenta e graduale. Lente, per la verità, sono state anche la  ricezione e l’introduzione delle stesse nella didattica.
In questa prospettiva ci aiuta un testo di Federico Batini dal titolo "Parlo, leggo, scrivo. Percorsi per competenze di italiano". CLICCA QUI PER VISUALIZZARLO GRATUITAMENTE!

(Per info e approfondimenti www.loescher.it/)
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